É MORTO!

É MORTO!

Ieri dopo una vita memorabile (e non dopo una lunga malattia che ne è solo il triste ed inclemente epilogo) si è spento Michail Gorbačëv.

Il primo ricordo che ho di lui risale a quando, nella casa di Via Nicola Romano attraverso la televisione in bianco e nero forse da 20", vidi il primo storico "Vertice USA-URSS" all'epoca si chiamavano così; Non capivo ovviamente la portata di quello che stavo vedendo ma ne percepivo l'importanza, la speranza che portava con sé.

Quell'incontro, anzi vertice, mi impressionò a tal punto che all'esame di terza medika alla prova di italiano, alla traccia in cui si chiedeva di parlare di un personaggio storico io, da buon comunista in calzoncini, parlai di Michail Gorbačëv; Era il 1991.

A distanza di oltre trent'anni da quel "Vertice USA-URSS" quell'uomo, quel russo, ha colpito ancora; Qualche mese fa guardando una sua intervista il giornalista insisteva nel sottolineare quanto fosse stato "fortunato" ad incontrare una donna come sua moglie ma all'ennesima volta che si era sentito dare del "fortunato" rispose quasi stizzito ma sempre gentile:

"Lei continua a dire che sono stato fortunato ma non è così: l'ho incontrata, ho capito quanto fosse speciale e ho fatto di tutto per averla, la fortuna c'entra poco".

Lo diceva con le lacrime agli occhi e il fazzoletto in mano.

La storia ci darà il giudizio su un suo attore tanto importante, ci dirà se ha contribuito alla caduta del muro e al disarmo nucleare o se ha messo le basi a quella che è diventata la Russia oggi, se ha rotto un equilibrio che, in un modo o nell'altro, ha assicurato la pace per oltre 40 anni.

Io non sono la Storia, io sono ancora quel comunista in pantaloncini che vedeva in quel russo la speranza di un mondo migliore che sembrava a portata di mano.

прощай товариш михаил

 



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